martedì 19 maggio 2009

Immigrati, ieri e oggi

"Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l´acqua, molti di loro puzzano perchè tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l´elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perchè poco attraenti e selvatici ma perchè si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro. I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali."

"Propongo che si privilegino i veneti e i lombardi, tardi di comprendonio e ignoranti ma disposti più di altri a lavorare. Si adattano ad abitazioni che gli americani rifiutano pur che le famiglie rimangano unite e non contestano il salario. Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima relazione, provengono dal sud dell´Italia. Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più. La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione".

Dalla relazione dell´Ispettorato per l´Immigrazione del Congresso americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti, Ottobre 1912
Fate girare questa relazione del 1912...dedicata a noi immigrati italiani negli USA.

2 commenti:

  1. Ho letto di recente "Vita", di Malania Mazzucco, lo metterei obbligatorio nelle scuole! C'è tutto quello che è scritto in quella "bellissima" relazione del 1912.... forse la finiremmo di dimenticarci del passato, dei viaggi sulle navi che andavano in America stipate di italiani, sporchi, laceri, che portavano cn sè solo miseria e fame. Forse la smetteremmo di inorridire per le baracche in cui vivono in 10 o anche di più... ci vivevano anche i nostri, in case fatiscenti, senza finestre,senza acqua, con le fogne a cielo aperto... i bambini iniziavano a lavorare a 10 anni, stavano per strada, nessuno si curava di loro.
    Mi viene la nausea a sentire tutti i giorni quello che sento in tv.... io ci lavoro con gli stranieri, lavoro con ragazzi che sono arrivati qui col barcone, che ancora oggi piangono quando me lo raccontano. lavoro con donne che sono scappate dalla guerra con i loro figli, che sono arrivate qui sole, senza niente, che si sono rimboccate le maniche, che hanno imparato un lavoro, che hanno sempre un sorriso per tutti. Lavoro con persone che hanno lasciato i figli al paese e che mandano là tutto quello che possono, con donne che sono state vittime della tratta.
    Vorrei che solo un per un giorno tutti i perbenisti e i benpensanti, venissero a lavorare con me e aprissero quei maledetti occhi miopi e pensassero al passato ai loro bisnonni che forse sono partiti con i 10 dollari cuciti nelle mutande per poter entrare in America....
    mariapaola

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  2. MariaPaola carissima, GRAZIE di aver voluto portare il tuo prezioso contributo sul mio piccolo web-diario! Tu da anni conosci bene queste realtà, e mi fa un sacco rabbia che le azioni positive e importanti che fanno da sempre le persone come te vengano 'polverizzate' da troppi articoli sulla stampa e in televisione che fomentano l'ottusità e il razzismo... davvero, perchè non portarle per un giorno dove lavori tu? capirebbero? mah...! Un abbraccio e a presto!

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