martedì 6 febbraio 2007

Omaggio al GURU

Non avrebbe cagionato effetti perpetui e ne avrebbe mantenuto un ricordo di ragionevole giustificabilità, ma si ritrasse.
Accadde prima dell’ultimo minuto e ci sarebbe stato tutto il tempo per attuare quell’antico progetto.
Come gli apparve strana la mancanza di ripensamenti! Eppure sarebbe stato ancora in tempo.
Forse fu proprio questo che lo convinse alla decisione nella forma inappellabile, estrema, quella che reca il fascino del non ritorno, anche se ultima non avrebbe potuto proprio considerarla per quella maledettamente percepibile eccedenza di margini.
Avrebbe avuto coscienza solo più tardi di essere stato, anche in quell’occasione, vittima di quella che amava definire “romantica etica che affonda le sue estetizzanti radici nel mito” e se ne sarebbe rammaricato fino a provarne un sentimento acuto di profonda delusione.
La delusione impregna, lo sapeva, e non sarebbe stata quella la prima volta che se ne sarebbe sentito madido.
Svanì pertanto.
Svaporò l’occasione, che occasione non era per causa di quell’accurata, maniacalmente studiata preparazione.
Tutto perfetto. Tutto inutilmente perfetto.
Era stato magnifico attendere alla progettazione delle concause che in sincronia assoluta avrebbero realizzato le condizioni di attuabilità e quindi di conseguimento dello scopo…, quello ben noto, quello di sempre. Quanta arguzia, quanto calcolo del rischio, quanto amore del dettaglio nell’analisi dello spettro delle possibilità…
C’era stato un misto di partecipazione e di distacco, di fermezza nel proposito e di divagazione spesso fluttuante e ondivaga, ma selettiva nei passaggi di studio del contesto emotivo, ora di autocompiacimento sincero, ora di redimente autosarcasmo… e spesso si era addormentato senza essere stanco.
Tutto doveva perdersi nel nulla, perché così era stato voluto e scritto.

Il Guru, 01/08/2006

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