Tu ne quaesieris -scire nefas- quem mihi, quem tibi
finem di dederint, Leuconoe, nec Babylonios
temptaris numeros. Ut melius quidquid erit pati,
seu pluris hiemes seu tribuit Iuppiter ultimam,
quae nunc oppositis debilitat pumicibus mare
Tyrrhenum: sapias, vina liques et spatio brevi
spem longam reseces. Dum loquimur, fugerit invida
aetas: carpe diem, quam minimum credula postero.
Tu non chiedere mai, che non si può, qual destino gli dèi
abbian pronto per me, per te, Leucònoe, né ti curar di oroscopi
babilonesi. Meglio, quel che verrà, prender così com'è.
Se molti inverni dio ci darà, o sarà questo l'ultimo
che spumeggiante scaglia il Tirreno contro le rupi a infrangersi:
sii saggia, mescimi vino, e riserva breve spazio
alla lunga speranza. Mentre parliamo, l'ora è già scorsa rapida:
cogli il giorno, e confida meno che puoi nel domani.
Orazio Quinto Flacco, Odi I,11
[credits]
ti si dà un dito e ti prendi il braccio, eh ? ;-)
RispondiEliminamh, chi di Odi colpisce...! :-PP
RispondiEliminaeh...keddonna !!! ;-)
RispondiEliminaancora... ANCORA PLEASE!
RispondiEliminaMak
@Banco ;-PPPPPP
RispondiElimina@Mak ANCORA PLEASE vale anche per te!! ;-D
Cara Michela,
RispondiEliminabellissimo questo testo che hai riportato....spero che tu lo possa fare tuo giorno dopo giorno....e tu sai a che cosa mi riferisco
Blue Eyed Fox
Grazie BlueEyedFox, tu sai che ci sto provando fortissimamente...!! ;))
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